Chi gestisce la contabilità di un’impresa lo fa perché alla fine di ogni anno di gestione ha bisogno di conoscere due cose fondamentali relative alla sua impresa: a) quanto vale l’impresa; b) se alla fine di un anno di attività c’è un utile o una perdita. Per trovare una risposta alla prima domanda il nostro bravo contabile deve calcolare quanto denaro c’è in cassa, quanto c’è in banca, se ci sono degli assegni da incassare, quanto valgono i beni posseduti come fabbricati, merci in magazzino, automezzi, mobili, quanti sono i crediti da riscuotere cioè fatture e cambiali, ecc..
Deve cioè calcolare le cosiddette attività: i beni di cui l’impresa ha la proprietà e quello che l’impresa deve avere (crediti). Poi deve calcolare le
passività: quello che l’impresa deve dare (i debiti: verso i fornitori, verso lo Stato per l’Iva e le altre imposte da pagare, verso le banche es. mutui da pagare, verso gli istituti previdenziali, eccetera, eccetera). Dopodiché fa una semplice operazione: totale attività (detto patrimonio lordo) meno totale passività e ottiene il cosiddetto patrimonio netto, cioè quanto vale
contabilmente l’impresa. (Il patrimonio netto è in realtà un valore composto da diverse parti : il patrimonio iniziale – i prelevamenti effettuati dal titolare + l’utile di esercizio [- la perdita di esercizio] ). Per mostrare e far capire a tutti i calcoli che ha fatto il nostro bravo contabile usa
un prospetto, detto Stato Patrimoniale, diviso in due sezioni: a sinistra elenca le attività con a fianco il loro valore e quindi calcola l’attivo (il totale delle attività) e a destra elenca le passività con a fianco il loro valore e quindi calcola il passivo (il totale delle passività) e infine scrive il patrimonio netto. Con questo prospetto, che viene fatto regolarmente al 31/12, si fotografa il patrimonio aziendale finale cioè viene mostrata la composizione del patrimonio aziendale e si quantifica il patrimonio netto cioè il valore contabile dell’impresa alla fine di un anno di gestione.
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