Il Bonus Partite IVA, spesso ribattezzato come Bonus 600 euro o Bonus 1.000 euro, è una indennità stanziata nei confronti di lavoratori autonomi e liberi professionisti, introdotta dai decreti Cura Italia prima, e Rilancio poi, e che con il passare delle settimane ha subito diversi aggiustamenti, correttivi e integrazioni.
Insomma, dopo la mezza falsa partenza del mese di marzo, l’esecutivo ha cercato di ottimizzare i propri sforzi nei confronti di questo provvedimento, andando a tenere in considerazione quelle figure professionali che erano state escluse in un primo momento.
Ma a che punto siamo con il Bonus Partite IVA? A quanto ammonta? Come si richiede? Dopo quanto tempo arriva? Considerato che le domande di cui sopra sono ancora all’ordine del giorno, abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza su questo argomento.
Bonus Partite IVA: quanto spetta
Il primo elemento sul quale vogliamo soffermarci è legato all’importo. Il decreto Cura Italia e Rilancio hanno infatti previsto un’indennità per lavoratori autonomi, collaboratori, lavoratori stagionali, lavoratori del mondo dello spettacolo e liberi professionisti iscritti all’Inps o relative casse private, con un importo originariamente pari a 600 euro per il mese di marzo e altri 600 euro per il mese di aprile.
L’attribuzione del bonus di marzo è stata accreditata su richiesta espressa dei lavoratori interessati, mentre coloro che si sono visti recapitare il contributo dall’Inps non hanno dovuto fare niente per il mese di aprile, considerato che è stato lo stesso ente previdenziale a rinnovare l’erogazione per il secondo dei due mesi.
Dal mese di maggio l’importo è poi stato ritoccato al rialzo da 600 a 1.000 euro. E’ inoltre stata parzialmente allargata la platea dei beneficiari. Occupiamoci di ciò nel prossimo paragrafo.
A chi spetta il Bonus Partite IVA
I due decreti degli scorsi mesi hanno progressivamente previsto che il Bonus Partite IVA possa essere erogato nei confronti di:
- professionisti titolari di partita Iva,
- collaboratori coordinati e continuativi,
- lavoratori autonomi iscritti alla gestione Ago Inps,
- lavoratori stagionali del turismo,
- operai agricoli a tempo determinato,
- lavoratori dello spettacolo,
- lavoratori stagionali diversi da quelli del settore del turismo,
- lavoratori intermittenti,
- lavoratori autonomi occasionali,
- lavoratori incaricati di vendita a domicilio.
Il bonus sul mese di maggio è stato poi allargato anche a quei professionisti che sono iscritti a più di una cassa di previdenza, ad esclusione di coloro che già percepiscono una pensione o che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Per alcune categorie di lavoratori, come i commercialisti o gli avvocati, si è tuttavia ancora in attesa di un decreto interministeriale che possa disciplinare l’erogazione del bonus.
Limiti di reddito Bonus Partite IVA
Chiarito ciò, c’è un altro requisito fondamentale per l’ottenimento del Bonus Partite IVA, consistente nel reddito. È infatti importante che per il 2018 non si sia superato un reddito pari a 35 mila euro. Si può avere accesso al bonus anche con redditi tra 35 e 50 mila euro, ma in questo caso è necessario autocertificare di aver subito una riduzione o una cessazione dell’attività professionale durante l’emergenza indotta dal nuovo coronavirus.
Infine, per coloro che sono iscritti alla gestione separata Inps, è necessario dimostrare di aver subito una perdita di reddito di un terzo nel secondo bimestre 2020 (marzo / aprile) rispetto a pari periodo del 2019.
Chi rimane escluso
Purtroppo, ancora molti lavoratori sono esclusi dal bonus Covid, e numerose sono le richieste affinché si possa porre rimedio a questa disparità di trattamento tra le varie categorie professionali. Per esempio, il bonus non è stato erogato ad artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni, mezzadri e operai agricoli a tempo determinato. Invece, i co.co.co potranno ottenere l’indennità sul precedente mese di maggio (pari a 1.000 euro) ma solo a patto che il rapporto di lavoro sia cessato entro il 19 maggio.
Il profilo fiscale
Ricordiamo infine che il bonus Covid per autonomi e professionisti non concorre al reddito ai fini fiscali. Ne deriva che si tratta di un bonus esentasse, senza contribuzione figurativa né assegno per il nucleo familiare.
Lascia un commento